Lo Scaricavascio era una torre umana ( la più alta della Basilicata e del Centro Sud) che arrivava fino a quattro piani di altezza. Si faceva durante la processione di S. Antonio, si componeva e scomponeva più volte durante il percorso e dove la strada era più larga. Alla sua base, robusti giovanotti del popolino si tenevano per mano abbracciati e, su di loro, salivano altri giovanotti fino ad arrivare al quarto piano composto da due persone.
Questa torre umana girava in tondo su se stessa al ritmo di una canzone che , prendeva appunto il nome di Scaricavascio e, che alludeva simbolicamente al repentino cambiamento sociale che si ha nel corso di tutti i tempi e per il quale, colui che sta sopra poi passa sotto e viceversa.
Dunque era vittoria, ma anche sconfitta, le cadute e i continui cambi di posizione, stavano ad indicare i capovolgimenti sociali, avvertendone il pericolo, ma al tempo stesso ne esorcizzavano il timore.
A Melfi, la critica satirica, era rivolta all'Amministrazione Comunale e la classe dirigente.